Quali sono le eccellenze agroalimentari della Campania?

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pizza margherita foto

La Campania è famosa per le sue eccellenze naturali, storiche, alimentari e per la ricchezza della sua tradizione culinaria. 

Il territorio campano è una delle regioni più importanti d’Italia per la produzione agroalimentare, molto apprezzata all’estero, grazie alla sua ricca varietà di prodotti tipici e all’ampia gamma di attività agricole e di trasformazione. 

L’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) valuta intorno a 15 miliardi il giro d’affari dei vari settori dell’agricoltura e dell’industria agroalimentare correlata.

Le più note specialità campane

Con ben 53 prodotti DOP e IGP, il comparto agroalimentare campano forza dall’ampia varietà e dall’alta qualità della sua offerta di produzioni tipiche, rappresenta un importante settore che vede molteplici attori impegnati. 

Alcuni prodotti, come il pomodoro San Marzano, Mozzarella di Bufala, Falanghina del Sannio, Greco di Tufo, Pasta di Gragnano, ed i Limoni della Costiera d’Amalfi, sono eccellenze conosciute in tutto il mondo.

Vediamo di seguito quali sono le eccellenze più apprezzate della Campania:

  1. Mozzarella di bufala: un formaggio fresco e morbido, prodotto con latte di bufala, tipico della zona di Caserta e Salerno. È un ingrediente chiave nella pizza margherita e nella caprese.
  2. Pasta di Gragnano: una pasta di semola di grano duro, prodotta nella città di Gragnano, nei pressi di Napoli. È nota per la sua qualità e per la varietà di formati, come spaghetti, paccheri, rigatoni e fusilli.
  3. Pomodoro San Marzano: un tipo di pomodoro a forma di ciliegia allungata, coltivato nella zona del Vesuvio. È particolarmente apprezzato per la preparazione di salse e sughi.
  4. Limoncello: un liquore dolce a base di limoni, tipico della Costiera Amalfitana e dell’isola di Capri. È spesso servito come digestivo dopo i pasti.
  5. Provolone del Monaco: un formaggio semiduro, prodotto nella penisola sorrentina e nella zona di Agerola. Ha una forma allungata e una crosta leggermente rugosa, ed è caratterizzato da un sapore piccante e intenso.
  6. Falanghina del Sannio: un vino bianco italiano ottenuto dal vitigno Falanghina, che è uno dei più antichi d’Italia e ha origini che risalgono all’epoca romana.
  7. Greco di Tufo: un vino bianco italiano ottenuto principalmente dal vitigno Greco, che è stato introdotto in Italia dai Greci antichi e coltivato nella zona per secoli.

In questo elenco non possono però mancare:

  • Pizza Napoletana: una pizza sottile e morbida con bordi alti e soffici, tipica di Napoli. Gli ingredienti tradizionali includono pomodoro San Marzano, mozzarella di bufala o fior di latte, basilico e olio d’oliva.
  • Baba al rum: un dolce lievitato di origine polacca, molto popolare a Napoli. È imbevuto di sciroppo al rum e spesso farcito con panna o crema pasticcera.
  • Sfogliatella: un dolce tipico di Napoli, composto da strati sottili di pasta frolla o sfoglia, ripieni di ricotta, semolino, zucchero e aromi come cannella e scorza d’arancia.
  • Taralli: sono biscotti salati a forma di ciambella, tipici della Campania e della Puglia. Sono preparati con farina, olio d’oliva, vino bianco e spezie come pepe e finocchio.
  • Pastiera: una torta tradizionale di Pasqua, originaria di Napoli. È composta da una base di pasta frolla e un ripieno di ricotta, grano cotto, uova, zucchero e scorza d’arancia candita.

Oltre a queste, la Campania offre molte altre specialità e piatti tradizionali che vale la pena scoprire e assaporare, e che sono apprezzati in tutto il mondo.

Italian Sounding: grave danno per l’agroalimentare italiano

L’italian sounding è un fenomeno che riguarda la produzione e la commercializzazione di prodotti alimentari che, pur non essendo di origine italiana, vengono presentati con nomi, packaging, immagini e slogan che richiamano l’Italia e la sua tradizione culinaria. 

Una vera e propria frode alimentare.

L’obiettivo di questi prodotti è quello di sfruttare l’immagine e la notorietà del “Made in Italy” per attirare l’attenzione dei consumatori e incrementare le vendite, facendo leva sull’associazione tra Italia e alta qualità gastronomica.

I danni causati dall’italian sounding ai prodotti alimentari italiani sono molteplici:

  1. Perdita economica: le imitazioni e i prodotti di italian sounding causano una perdita economica significativa per le aziende italiane che producono autentici prodotti alimentari di qualità. Si stima che l’italian sounding generi miliardi di euro di fatturato a livello globale a scapito delle reali esportazioni italiane.
  2. Danno all’immagine: l’italian sounding può danneggiare la reputazione e l’immagine dei veri prodotti italiani, poiché i consumatori possono confondere questi prodotti contraffatti con quelli autentici, portando a una percezione distorta della qualità del “Made in Italy”.
  3. Concorrenza sleale: la presenza sul mercato di prodotti di italian sounding crea una concorrenza sleale per le aziende italiane, che devono confrontarsi con prodotti spesso più economici ma di qualità inferiore.
  4. Perdita di identità culturale: l’italian sounding può contribuire alla perdita dell’identità culturale legata ai prodotti tipici italiani, banalizzando e appiattendo le tradizioni enogastronomiche del Paese.

Frode alimentare: oltre l’italian sounding

Come abbiamo visto sopra l’italian sounding è da considerarsi come una frode alimentare. Le frodi alimentari sono attività illegali che coinvolgono la manipolazione, l’alterazione, la contraffazione o la falsificazione di prodotti alimentari o delle relative etichette e informazioni, con l’obiettivo di ingannare i consumatori e ottenere un guadagno economico. 

Questo fenomeno può assumere diverse forme e riguardare vari aspetti della produzione e distribuzione alimentare. Alcune delle frodi alimentari più comuni includono:

  • Adulterazione: consiste nell’aggiunta, sostituzione o rimozione di ingredienti o componenti di un prodotto alimentare per abbassarne il costo di produzione, aumentando il profitto. Ad esempio, l’olio d’oliva può essere adulterato con oli più economici, come l’olio di semi di girasole.
  • Falsificazione di etichette e informazioni: comprende la modifica o la manipolazione delle etichette e delle informazioni sui prodotti alimentari per ingannare i consumatori riguardo all’origine, alla qualità o alle caratteristiche del prodotto. Questo può includere la falsa attribuzione di una denominazione di origine protetta (DOP) o di una certificazione biologica.
  • Sostituzione di prodotti: avviene quando un prodotto alimentare viene sostituito, in tutto o in parte, con un altro prodotto simile ma di valore inferiore. Ad esempio, il pesce di una specie meno pregiata può essere venduto come se fosse una specie più costosa.
  • Diluizione: consiste nel diluire un prodotto alimentare con acqua o altri liquidi per aumentarne il volume e ridurre il costo di produzione. Un esempio comune è la diluizione del latte con acqua.
  • Uso di additivi e sostanze proibite: l’aggiunta di additivi chimici, conservanti o altre sostanze proibite per migliorare l’aspetto, il sapore o la durata di un prodotto alimentare, mettendo a rischio la salute dei consumatori.

Le frodi alimentari possono avere conseguenze negative sia per i consumatori che per le aziende oneste del settore alimentare. I consumatori possono essere esposti a rischi per la salute e pagare prezzi più alti per prodotti di qualità inferiore, mentre le aziende che rispettano le normative possono subire perdite economiche e danni alla reputazione a causa della concorrenza sleale.

Le attività di verifica a contrasto delle frodi alimentari a livello nazionale vengono effettuate da ICQRF, Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari. A livello internazionale vi sono degli strumenti volontari che han definito requisiti specifici in ambito della Food Fraud.

Come tutela le eccellenze agroalimentari della Campania?

Per contrastare le frodi alimentari e tutelare i prodotti alimentari italiani, è fondamentale promuovere l’informazione e la consapevolezza dei consumatori riguardo alle denominazioni di origine, ai marchi di qualità e alle caratteristiche che contraddistinguono i veri prodotti “Made in Italy”.

Importante anche che le organizzazioni adottino norme e standard di certificazione alimentare che gli permettano di dare evidenza sui mercati dell’impegno in queste attività. A livello internazionale, per la tutela dei consumatori e dei mercati, è stato istituito il GFSI, Global Food Safety Initiative.

Questa ‘istituzione’ opera per armonizzare leggi, norme e regole, e riconosce standard di certificazione alimentare utili per il rispetto dei requisiti di sicurezza, qualità e legalità alimentare.

Norme e gli standard di certificazione alimentare

Le norme e gli standard di certificazione alimentare che possono aiutare a tutelare il Made in Italy possono essere riassunte:

  • Certificazione ISO 22000. Sistema di gestione per la sicurezza alimentare, madre della gestione organizzativa per i requisiti alimentari.
  • Certificazione ISO 22005. Sistema di gestione per la tracciabilità di filiera, norma che permettere di definire i rapporti e la storia di materie prime e prodotti.
  • Certificazione BRCGS Food. British Retail Consortium Global Standard, nato per i mercati della grande distribuzione di natura anglosassone.
  • Certificazione IFS Food. International Featured Standard, nato per i mercati della GDO comunitaria.
  • Certificazione Global Gap. Standard di requisiti per il settore primario ortofrutticolo, mangimistico, zootecnico ed ittico.
  • Certificazione FSSC 22000. Standard alimentare che nasce dall’impegno dei grandi produttori globali e che unisce i requisiti della norma ISO 22000 e ISO/TS 22002 sui prerequisiti per la sicurezza alimentare.

I requisiti volontari riportati nell’elenco propongono due grandi aree focus:

  • Adozione di sistemi per la gestione della sicurezza alimentare, che possono essere basati sul HACCP, Hazard Analysis and Critical Control Points, o HARPC, Hazard Analysis and Risk-Based Preventive Controls, per il controllo dei pericoli biologici, chimici, fisici e radiologici alimentare, oltre che attività per la food defense e la food fraud;
  • Implementazione di un sistema di gestione per la qualità volto al miglioramento continuo.

Quale lo standard alimentare più importante?

Non esiste una risposta precisa a questa domanda. Tutto dipende dal mercato di riferimento. Diciamo che a livello globale, quello che riceve un riconoscimento maggiore è lo standard di certificazione BRCGS, non a caso definito anche ‘Global Standard’.

Il processo di certificazione che ti permetterà di migliorare le tue performance aziendali e tutelare le eccellenze agroalimentari prodotto dalla tua organizzazione è importante.

A questo scopo, per poter approfondire i requisiti richiesti e l’iter di raggiungimento, ti segnaliamo una utile guida che puoi visionare al link che trovi qui di seguito: https://www.sistemieconsulenze.it/certificazione-brc/