Ogni club, nel corso della sua storia, ha avuto almeno uno o più uomini che hanno incarnato appieno i valori, la mentalità e lo stile della squadra che hanno rappresentato o rappresentano. Tra questi calciatori, non possiamo che fare l’esempio di Giuseppe Bruscolotti, instancabile difensore del primo Napoli maradoniano. Procediamo però per gradi e raccontiamo tutta la storia e la trafila del terzino per arrivare al finale di carriera culminato con lo Scudetto ’87.
Che tipo di giocatore era
Bruscolotti era un terzino destro, all’occorrenza difensore centrale, con ottime doti fisiche e caratteristiche da marcatore puro. Quando ingaggiava un contrasto fisico era molto difficile vederlo andare a terra, al punto che gli avversari sembravano sbattere contro un palo di ferro. Oltre alla prestanza fisica il giocatore era in possesso di altre doti (la scelta di tempo ed il colpo di testa) che lo hanno spesso elevato a muro invalicabile anche per personaggi del calibro di Riva, Anastasi, Vialli, Mancini, Mazzola e Rummenigge. Attualmente Giuseppe Bruscolotti detiene il secondo posto nella classifica di presenze con il Napoli, superato di recente solo da Marek Hamsik.
Il debutto di Giuseppe Bruscolotti nel mondo calcistico
Giuseppe Bruscolotti nasce a Sassano (un paese di circa cinquemila anime situato su una collina del Vallo di Diano, in provincia di Salerno) il 1° giugno 1951 e si avvicina al mondo calcistico militando nelle giovanili della Pollese che lo accoglie per cinque anni.
Dopo l’esperienza con la sua ex-squadra arriva la prima chiamata importante nel calcio professionistico: il Sorrento militante in Serie C. Le cose procedono in modo piuttosto repentino e la nuova compagine del salernitano viene promossa in Serie B per poi retrocedere dopo appena un anno. Un anno che basta però al terzino destro, appena ventunenne, per farsi notare dalla dirigenza del Napoli convinta della bontà del suo acquisto nel corso di un Napoli-Sorrento (perso con risultato 0-1) che tra i migliori in campo vede figurare proprio il giovane difendente.
La transazione viene portata al termine nel 1972, è il preludio alla nascita di una nuova figura mitologica, una leggenda, del calcio partenopeo.
Bruscolotti ed il Napoli: storia di amore e di bandiere
Il debutto di Giuseppe Bruscolotti con la maglia del Napoli avviene il 24 settembre 1972 e nelle prime uscite il salernitano effettua buone prestazioni al punto da vedersi affibbiato un soprannome destinato a restare nella storia: “O’ pal ‘e fierr“. Il significato dell’epiteto allude evidentemente alla vigoria del giocatore oltre che alla sua caparbietà e spirito di sacrificio, come abbiamo spiegato prima. L’avventura del terzino all’ombra del Vesuvio procede in modo egregio con i napoletani che nel 1975 vincono anche una Coppa Italia ma il meglio deve ancora venire: il 5 maggio 1984 Diego Armando Maradona viene ufficializzato dal Napoli.
Un gesto da vero capitano
All’arrivo del fuoriclasse argentino il salernitano è un navigato difensore (diventato capitano del Napoli) a fine carriera e mai si sarebbe aspettato un risvolto simile nel corso della sua avventura azzurra. Bruscolotti compie però un gesto che solo un vero leader avrebbe messo in atto: cede la fascia all’ex-Barcellona strappandogli in cambio la promessa dello storico Scudetto.
Maradona mantiene la parola e nel 1987 i partenopei vincono il loro primo Scudetto (più un’altra Coppa Italia) con la città che scoppia in una grande euforia che arriva fino a dentro gli spogliatoi dove lo stesso fantasista afferma che lui è solo capitano “sulla carta” ma la vera anima del Napoli è e continua ad essere Giuseppe Bruscolotti.
Il ringraziamento degli azzurri nei confronti del terzino avviene poco dopo: sebbene le alternative siano di livello più pregevole, dati i suoi trentasei anni, il giocatore viene fatto esordire al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid (in occasione della Coppa dei Campioni) coronando così la sua carriera trionfante.
La vita dopo il ritiro
Il primo luglio 1988 l’esterno difensivo si ritira ufficialmente dal calcio giocato ma rimane comunque nell’ambiente sportivo portando avanti un progetto avviato alcuni anni prima con l’amico Maradona: la scuola calcio “Maradona-Bruscolotti” il cui obiettivo è quello di fornire un canale alternativo ai ragazzi cercando di salvaguardarli dalla strada.
Oltre a questa iniziativa lodevole “O’ pal ‘e fierr” è stato anche proprietario di un ristorante (fino al 2014) e dirigente del Gladiator, una squadra dilettantistica napoletana. Oggi Bruscolotti è anche un opinionista sportivo e possiede un punto scommesse a Fuorigrotta, a pochi passi da quello stadio che ha visto trionfare gente come Cavani, Higuain, Lavezzi e tanti altri senza che però scrivessero la storia del Napoli come ha fatto l’ex-capitano e ormai leggenda.